CORTEO 25 MAGGIO ORE 16.30
- PIAZZA V.VENETO - Salerno
APPELLO ALLA MOBILITAZIONE
STOP AL GENOCIDIO DEL POPOLO PALESTINESE
UNIT3 PER LA PALESTINA
Stop al genocidio del popolo Palestinese
La tragedia che si sta consumando a Gaza, sotto gli occhi del mondo intero, ha prodotto più vittime quotidiane di qualsiasi altro disastro ad opera dell’uomo nel XXI secolo.
Dopo mesi di bombardamenti dell’esercito israeliano su Gaza che hanno sinora causato intorno a 40mila morti, di cui almeno 15mila bambini, e oltre 80mila feriti, la popolazione è in condizioni di disperazione estrema non solo a causa della fame, con meno del 12% dell’apporto calorico[1] necessario che riesce ad arrivare a Gaza, ma anche del proliferarsi delle malattie: a Gaza solo il 2% dell’ acqua è potabile, per non menzionare 1milione e mezzo di sfollati, ammassati in tendopoli incapaci di fornire i servizi igienico-sanitari di base.
I bombardamenti hanno colpito indiscriminatamente ospedali, ambulanze e personale medico; recenti scavi nel cortile dell’ospedale Nasser hanno rivelato la presenza di oltre 400 corpi ammassati in fosse comuni, tra cui pazienti e medici. Nelle poche strutture sanitarie ancora attive si opera spesso senza anestesia e senza elettricità.
Altrettanto indiscriminatamente sono stati uccisi circa 150 giornalisti, e rasi al suolo la maggior parte di abitazioni e luoghi di istruzione[2], con un ingente danno ambientale.
Nelle carceri israeliane sono rinchiusi circa 7mila palestinesi, tra cui più di 200 minori, gran parte dei quali in regime di detenzione amministrativa, ovvero ostaggi senza processo e senza accuse[3]. Prove e filmati testimoniano l’esistenza di forme di tortura e maltrattamento sistematico[4], con pestaggi brutali, e deportazione di uomini e bambini denudati e bendati.
Mentre i riflettori sono puntati su Gaza, aumentano a dismisura gli insediamenti di coloni Israeliani nei territori illegalmente occupati della Cisgiordania; contestualmente alla disumanizzazione del suo popolo, si assiste al tentativo di cancellazione e sostituzione della cultura Palestinese tutta.
Oltre il 70% degli stati membri delle Nazioni Unite ha riconosciuto lo stato Palestinese nel corso degli anni, e recentemente molti di questi Paesi hanno annunciato di aver interrotto relazioni diplomatiche con Israele a causa dei documentati crimini contro l’umanità.
Dopo la denuncia del Sudafrica, la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia ha ritenuto credibile il rischio di genocidio ai danni del popolo palestinese ed ha imposto ad Israele di adottare tutte le misure per evitarlo.
Nonostante la risoluzione del consiglio di sicurezza dell’ONU a favore del cessate il fuoco[5], gran parte dei governi occidentali, compreso quello italiano, proseguono nel fornire aiuti militari[6] e si rendono cosi complici del massacro del popolo palestinese.
Partecipare ad azioni che contribuiscano al sostegno politico, economico e militare alle istituzioni israeliane, in flagrante violazione della Convenzione sul Genocidio, rappresenta per questi paesi un rischio economico, etico e legale significativo, che ci rende corresponsabili[7].
Anche le Università sono direttamente compromesse, inclusa l’Università degli Studi di Salerno, tramite progetti di ricerca finanziati da aziende del settore bellico[8], il “Programma MAECI” che offre tirocini curriculari all’ambasciata italiana di Tel Aviv, ed accordi di cooperazione internazionale con Università situate in parte nei territori palestinesi occupati[9].
In netta divergenza dalla posizione dell’establishment, e nonostante la narrazione unilaterale che i media main-stream stanno portando avanti in questo Paese, le manifestazioni e mobilitazioni che si susseguono nelle piazze di tutto il mondo, e che includono membri della comunità ebraica stessa, stanno esprimendo, nonostante divieti ed arresti, una potente quanto genuina solidarietà con il popolo palestinese.
La forza di questa risposta globale sta creando pressione sulle istituzioni e sta legittimando operazioni di boicottaggio su vari livelli.
Contestualmente alle immagini atroci di questo genocidio, che non possiamo più cancellare dalla nostra memoria, arrivano in diretta anche gli appelli da Gaza rivolti a chi si unisce a queste pacifiche proteste: ‘Siete la nostra unica speranza, non vi fermate!’.
Un massacro di tale portata si configura in maniera ormai inequivocabile, come la sistematica pulizia etnica di un popolo, e non può essere in nessun modo giustificato da alcun generico richiamo al legittimo diritto di difesa invocato da Israele in risposta ai fatti del 7 Ottobre.
Quello che sta avvenendo in Palestina ci chiama tutti in causa.
Non possiamo più accettare questo stato di cose.
Non saremo davvero liberi finché non lo saremo tutti.
Rivendichiamo
· al nostro Governo e alle Istituzioni locali che si facciano portavoce con estrema urgenza della richiesta di un immediato e definitivo cessate il fuoco; chiediamo inoltre il rispetto del diritto internazionale e la tutela di diritti umani in tutta la Palestina nonché di porre fine all’assedio illegale di Gaza[10];
· di esporre la bandiera palestinese dalla facciata degli edifici istituzionali, e di esprimere dichiarazioni ufficiali di vicinanza alla popolazione palestinese;
· di interrompere gli aiuti e il commercio di armamenti e tecnologie militari verso Israele come indicato dalla Convenzione sul Genocidio[11]; e di non accogliere nel nostro porto e sul nostro territorio il transito di navi, mezzi e merci che sostengono l’apartheid e il genocidio;
· di cessare rapporti con l’industria bellica promossi tramite le Università Israeliane situate sui territori illegalmente occupati;
· di non ostacolare, secondo l’articolo 21 della Costituzione Italiana, le manifestazioni di dissenso che si stanno verificando in Italia e in particolare nelle università;
· di dedicare e concedere uno spazio pubblico per una giornata finalizzata alla promozione della cultura palestinese;
· di preparare le strutture ospedaliere e mediche locali affinché si facciano carico di tutti coloro che potrebbero arrivare[12] dalla Palestina sul nostro territorio in cerca di cure o asilo;
· in generale chiediamo che il governo italiano si attivi in tutte le sedi internazionali con azioni rivolte all’impedimento di ulteriori escalation di violenza nella regione e nel resto del mondo;
UNIT3 PER LA PALESTINA
Salerno, 5 Maggio 2024
Sigle firmatarie in ordine alfabetico:
ANPI Provinciale Salerno
Arci Levante
Arci Salerno
Ass. Andrea Proto
Ass. Arteria
Ass. culturale “La Tela”
Ass. Escursionisti Proletari (APE) Salerno
Ass. Memoria in Movimento
Ass. Oasi
Ass. Off/cine
Berlinguer Lab Eboli
Blam
Calcio e rivoluzione
Casa Pachamama Aps
CiRCE A.p.s.
Cma - collettivo musicanti autogestito
Cobas Poste
Cobas Scuole Salerno
Collettivo Lisistrata
Comunità palestinese Campania
Docenti Unisa per la Palestina
Emersa
Femminile palestinese
Frontiera Sud Aps
Futura Pride
Hormè Aps
I morticelli
Legambiente Salerno
Libera - sezione Salerno
Marea
Mediterraneo Contemporaneo
Metis fest
Mumble Rumble
Odv L’altritalia
Potere al Popolo Agro nocerino-sarnese
Pax Christi
Pugilistica Salernitana
Resistenza Popolare Salerno
Rete giovani salerno
Rete Salerno per la Palestina
Rifondazione comunista Salerno
Salerno invisibile
Sinistra Italiana “Flavia Garofalo”
Unione giovani di sinistra Salerno
Unione Sindacale di Base USB Salerno
Xd390 Eboli
Zo rugby popolare Salerno
[1] Dati Oxfam: People in northern Gaza forced to survive on 245 calories a day, less than a can of beans – Oxfam | Oxfam International
[2] Pagine Esteri: GAZA. Onu: ci vorranno almeno 16 anni per ricostruire le case distrutte - Pagine Esteri
[3] Pagine Esteri: Prigionieri palestinesi, il sistema giudiziario parallelo di Israele - Pagine Esteri
[4] Report Amnesty: Israele: tortura e trattamenti umilianti inflitti ai detenuti palestinesi - Amnesty International Italia
[5] Risoluzione 2728 adottata il 25 marzo 2024
[6] In Italia nel 2023 sono stati forniti 13 milioni di aiuti militari, rendendoci la 4a potenza al mondo in termini di sostegno ad Israele
[7] legge 185/1990 (e.g. Art. 1.6.d) Nuove norme sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento
[8] Leonardo S.P.A., GE Avio S.r.l., Techno System Developments s.r.l
[9] l’accordo è attualmente oscurato dal sito dell’università
[10] Che va Avanti dal 2007
[11] Nonché dalla legge 185/1990 (e.g. Art. 1.6.d) che impone limiti al commercio di armamenti e di tecnologie militari “verso i Paesi i cui governi sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani"
[12] tramite corridoi umanitari opportunamente strutturati